Accordo di Programma Quadro - AdPQ

 L’AdPQ nasce all’interno dell’Intesa Istituzionale di Programma (IIP), istituita con legge n. 662 del 23 dicembre 1996, art. 2 comma 203, la quale rappresenta lo strumento di programmazione attraverso il quale le Regioni e le Province autonome concordano con il governo centrale gli obiettivi, i settori e le aree dove effettuare gli interventi infrastrutturali materiali e immateriali di interesse comune per lo sviluppo del territorio regionale.


In particolare l’Accordo di Programma Quadro è lo strumento di attuazione dell’Intesa Istituzionale di Programma per la definizione di un programma esecutivo d’interventi che consentono di dare immediato avvio agli investimenti previsti, definendo: interventi da realizzare, tempistiche e modalità di attuazione, soggetti responsabili dell’attuazione dei singoli interventi, copertura finanziaria distinta tra le diverse fonti di finanziamento, procedure e soggetti responsabili per il monitoraggio e la verifica dei risultati, impegni di ciascun soggetto firmatario ed eventuali poteri sostitutivi in caso di inerzie, ritardi o inadempienze, procedimenti di conciliazione o definizione dei conflitti tra i soggetti partecipanti all’Accordo.


A livello strategico l’Accordo vuole stimolare l’attuazione degli interventi afferenti al servizio idrico integrato e ritenuti necessari e urgenti per la tutela e la gestione integrata delle risorse idriche mediante l’incentivazione e la valorizzazione della procedura del cofinanziamento.


In coerenza con tale impostazione, l’effettivo utilizzo dei fondi previsti e destinati a ciascun ATO è condizionato all’applicazione degli incrementi tariffari previsti dalle delibere CIPE.


 Gli interventi sono individuati nel rispetto della programmazione di settore, con particolare riferimento ai piani stralcio ex articolo 141, comma 4 della l.388/2000 per l’adeguamento dei sistemi di fognatura e depurazione ai disposti comunitari in materia.


In quest’ottica in data 23.12.2002 è stato sottoscritto l'accordo di Programma Quadro “tutela delle acque e gestione integrata delle risorse idriche” tra la Regione Lombardia, il Ministero dell'Economia e delle Finanze, il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ed il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, che rappresenta il passaggio generale, con le linee guida per la definizione dei singoli accordi di Programma tra le Autorità d’Ambito ed i Comuni coinvolti dagli interventi.


Nell'ambito dell'accordo la Regione ha proceduto ad una definizione dei settori di intervento considerati essenziali per il perseguimento degli obiettivi coerenti con le azioni che la Regione stessa intende sviluppare nel settore delle risorse idriche, improntate alla riqualificazione e alla valorizzazione delle medesime. 


Sono stati definiti nel dettaglio gli obiettivi specifici per l’individuazione degli interventi da ammettere a finanziamento, con particolare attenzione alle esigenze di ripristino e di tutela dei corpi idrici pregiati (il caso dei laghi di Garda, Iseo ed Idro), alla riduzione dell’inquinamento in quelli particolarmente compromessi (fiume Mella), alla razionalizzazione delle infrastrutture di acquedotto, con particolare attenzione al superamento delle situazioni di approvvigionamento in deroga ai valori di concentrazione fissati dalla legge e alla prevenzione dell’insorgenza di criticità in relazione agli standard richiesti in prospettiva per le acque destinate al consumo umano dal d.lgs.31/2001.


Grande importanza è stata attribuita anche per la prevenzione dell’inquinamento causato da nitrati derivanti da fonti agricole, in coerenza con le previsioni dell’apposita direttiva europea, per contrastare l’insorgenza di fenomeni di eutrofia delle acque superficiali addebitabili alle sostanze azotate, nonché per gli interventi atti a ridurre lo scarico nelle acque delle sostanze pericolose.


Successivamente sono stati definiti protocolli d'intesa sottoscritti tra la Regione e le Autorità d'Ambito necessari all'attuazione dell'accordo medesimo, in particolare in data 13 gennaio 2004 il Presidente della Conferenza d’Ambito ha sottoscritto il Protocollo d’Intesa con la Regione Lombardia, in forza della deliberazione della Conferenza d’Ambito n.17/03 al fine di disciplinare le modalità e la tempistica connesse con il trasferimento delle risorse statali e regionali per il parziale finanziamento degli interventi individuati.


Per la definizione degli interventi interessati dall’AdPQ si è partiti dalle informazioni contenute nei Piani stralcio, che all’epoca della predisposizione erano delle anticipazioni dei successivi piani d’ambito.


I Piani Stralcio erano riferiti ai soli investimenti per la realizzazione di reti fognarie e impianti di trattamento di acque reflue urbane per ottemperare alle scadenze previste dalla legge, valutata la sostenibilità economico/finanziaria.


L'AdPQ è quindi articolato in fasi, per ogni fase vengono firmati singoli Accordi specifici tra il soggetto proponente (Autorità d’Ambito) ed il soggetto attuatore (generalmente riconosciuto nei Comuni, Comunità Montane o Gestore del S.I.I.), per un investimento complessivo di 120 milioni di Euro con un finanziamento di circa 60 milioni di Euro derivante dall'utilizzo di contributi ministeriali, contributi regionali e finanziamenti diretti dell’Autorità d’Ambito, oltre a contributi provinciali per quasi 5 milioni di Euro. 


Attualmente sono state approvate le prime quattro fasi:



  • le prime tre fasi sono interventi inclusi nel Piano Stralcio e relativi al settore fognatura, collettamento e depurazione; prevedono una quota parte di finanziamento derivante da contributi ministeriali e regionali attivati grazie alla stipula di un Accordo specifico sottoscritto dall’Autorità d’Ambito nel gennaio 2004, la restante reperita direttamente dall’Autorità d’Ambito con la capitalizzazione di un fondo vincolato all’attuazione di queste opere appositamente istituito presso l’Autorità stessa e alimentato con quota parte degli introiti tariffari del servizio fognatura e depurazione.

Questi interventi si connotano non solo per la consistenza economica, ma anche perché contribuiscono a razionalizzare il sistema di raccolta e di depurazione delle acque reflue con evidenti ripercussioni positive sia a livello gestionale che ambientale.


Sono infatti interessati dal finanziamento interventi di infrastrutturazione in buona misura di carattere intercomunale, che consentono di garantire il trattamento delle acque reflue in alcune aree del territorio provinciale a lungo sprovviste di impianti di depurazione o dotate di piccoli impianti sottodimensionati e inadeguati rispetto alle esigenze imposte dalla normativa di riferimento.



  • la quarta fase dell’AdPQ a differenza delle prime tre non prende in considerazione interventi determinati dal Piano Stralcio, cioè legati ai settori fognario e depurativo, ma definisce interventi di prima necessità del Settore Acquedotto.

Gli interventi si concentrano dunque sull’adeguamento delle infrastrutture di acquedotto finalizzati a ripristinare i valori previsti dal D.Lgs. 3 febbraio 2001, n.31, normativa nazionale di recepimento della direttiva comunitaria 98/83/CE che stabilisce i requisiti di qualità delle acque destinate al consumo umano e a sanare particolari situazioni di carenza idrica costante o di natura stagionale.


L’Autorità d’Ambito ha provveduto quindi ad individuare un elenco di interventi prioritari che costituiscono la 4° fase dell’Accordo di Programma Quadro relativi in particolare modo al ripristino dei valori previsti dalla normativa relativamente al parametro arsenico e a garantire la qualità delle acque destinate al consumo umano.


Il finanziamento regionale della quarta fase copre generalmente il 40% dell’importo complessivo, il restante 60% necessario a garantire la copertura finanziaria delle opere viene messo a disposizione dei Comuni laddove il Servizio Idrico Integrato non è avviato ovvero dai loro gestori tramite la tariffa ove avviato il Servizio Idrico Integrato.


L’accordo di Programma attribuisce al soggetto attuatore il compito di provvedere alla progettazione e alla realizzazione delle opere.


L'ammontare cospicuo degli investimenti previsti e l'esigenza di verificare la tempestività e la qualità della spesa finanziata con le risorse ministeriali, regionali e dell'Autorità d'Ambito, richiedono un sistema di monitoraggio bimestrale.


A tal fine l'Autorità d'Ambito deve raccogliere le informazioni necessarie per un efficiente ed affidabile monitoraggio tramite delle schede predisposte.


Come previsto dalla Legge n. 144 del 17 maggio 1999 art. 1, i soggetti attuatori degli interventi appartenenti all’Accordo di Programma Quadro sono tenuti ad identificare l’opera con il Codice Unico di Progetto (CUP) permettendo al CIPE di costruire una banca dati di tutti i progetti d’investimento pubblico.


Il CUP è un codice alfanumerico che caratterizza in maniera specifica ed univoca il progetto e la sua assegnazione avviene a fronte della comunicazione di alcuni dati rappresentativi del soggetto attuatore dell’intervento che devono essere comunicati al Sistema CUP tramite una procedura di accreditamento dal sito internet del CIPE (www.cipecomitato.it/cup.asp).


Gli Accordi di Programma coinvolgono la provincia a 360 gradi, dalle valli alla pianura fino al lago di Garda, nel segno di un quadro d’insieme unitario e finalizzato all’integrazione dei diversi segmenti che compongono i servizi idrici oltre che di ottimizzazione delle risorse finanziarie disponibili per garantire la totale copertura dei costi di realizzazione delle opere.


 

Ultima modifica: Mar, 09/02/2016 - 14:31